Hai deciso finalmente di farti pubblicità?

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L’ecommerce di cibo e vino Made in Basilicata, con le ricette degli chef del posto. Godebo

L’ecommerce di cibo e vino Made in Basilicata, con le ricette degli chef del posto. Godebo

Mentre si moltiplicano online i portali di ecommerce dove acquistare i prodotti per la dispensa (vedi Amazon Prime Pantry) e di social cooking, a Bernalda (provincia di Matera) tre ragazzi si chiedono come valorizzare i prodotti enogastronomici tipici del territorio e portarli sul mercato nazionale e internazionale, visto che tra i settori trainanti della Basilicata c’è soprattutto l’agroalimentare. Sono Marcello Torraco, Marco Lapenna e Roberto Colucci: 6 anni fa fondano l’agenzia di comunicazione Amaranto Design ed è proprio il loro know-how nel settore marketing che dà la spinta alla costituzione della startup Godebo. È il portale di ecommerce che mette in rete i prodotti certificati del wine&food della Basilicata per portarli direttamente sulle tavole dei consumatori, attraverso le ricette dei migliori chef. Godebo è online dal 19 settembre 2016, dopo aver stretto una partnership con Treelletti (che gestisce la logistica e il magazzino degli ordini) e alcune associazioni locali di chef, e vuole diventare un vero e proprio format regionale. Come ci spiegano i founder.
Team Godebo

Marco Lapenna, Marcello Torraco, Roberto Colucci, Berny Lepenne (Treelleti)

Che cosa differenzia Godebo dagli altri portali di e-commerce e dai siti amatoriali di ricette?
«Godebo è l’anagramma di “Be Good” e

vuole invitare la gente a sedersi a tavola gustando prodotti locali di alta qualità e che acquisiscono valore e ulteriore sapore se combinati in modo esclusivo con le ricette create dagli chef

e che, grazie ai tutorial on line, posso essere realizzate anche a casa. Si rivolge agli amanti del mangiar bene, alla ricerca di prodotti tipici unici e che non sono acquistabili al supermercato».

Cosa posso acquistare attualmente su Godebo?
«Ci sono due menù completi, Atena e Heraclea, per 4-5 persone, ognuno con quattro portate (antipasto, primo, secondo e dolce) ma c’è anche la possibilità di acquistare singoli piatti, o singoli prodotti nello “Scaffale”: dai vini (molto richiesti) ai salumi, dai legumi alle conserve, dall’olio ai prodotti da forno alla pasta secca o fresca. Una volta scelto cosa acquistare, i prodotti vengono inseriti in contenitori ad hoc, che mantengono intatta la freschezza, e, nel giro di 48 ore (se si è in Italia) o di 4-5 giorni (se si è all’estero), arriva a casa il box Godebo, completo di ricetta firmata dallo chef e QR code che rimanda al tutorial on line per la migliore riuscita del piatto».
Box Godebo

Da dove provengono gli ordini?
«Fino a oggi abbiamo consegnato in tutte le zone d’Italia ma anche in Francia, Belgio e Inghilterra. Stiamo cercando di superare alcune difficoltà per le spedizioni all’estero, nei paesi in cui ci sono delle restrizioni o dei dazi da pagare che influiscono sul costo finale dell’ordine per il consumatore. L’idea è quella di creare una rete di rappresentanti internazionale che sia l’interfaccia di Godebo».

Godebo continuerà ad essere il portale del food&wine made in Basilicata?
«Assolutamente no. Siamo nella versione “beta”, come c’è scritto anche sul portale: siamo partiti autofinanziandoci e senza sapere esattamente dove saremmo potuti arrivare. Fino ad oggi abbiamo raccolto molti feedback positivi e, grazie alla partnership con le associazioni degli chef, stiamo mettendo a punto il futuro di Godebo: nel breve termine, vogliamo che diventi, per la Basilicata, l’anello della filiera agroalimentare e il distributore di raccordo dei produttori locali, anche per colmare quei gap “promozionali” e di visibilità di molte imprese lucane. Ma perché non diventare più grandi e trasformarci in un format nazionale? Godebo può diventare il portale di riferimento dei prodotti tipici regionali e mettere a disposizione degli studi di registrazione per le video-ricette degli chef provenienti da tutta Italia».

Fonte: Antonella Di Noia per STARTUPITALIA

Altre info su Godebo ( Intervistati a Linea Verde su RAI UNO, lo staff Godebo. GUARDA minuto 53 )

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INVESTIRE IN CREATIVITÀ AL SUD: LA SFIDA DI AMARANTO DESIGN

INVESTIRE IN CREATIVITÀ AL SUD: LA SFIDA DI AMARANTO DESIGN

In una uggiosa giornata di Novembre, i ragazzi di Amaranto Design ci hanno acconto nei loro uffici di Bernalda, in Basilicata. Entrando nell’edificio si ha subito l’impressione che quel luogo sia diverso dagli altri, un luogo dove la creatività prende vita e si trasforma nel lavoro di una vita, in una vera e propria missione. Nell’ambiente caloroso e cordiale di quell’ufficio iniziamo la nostra chiacchierata con i membri di Amaranto, Marcello Torraco, Roberto Colucci e Marco Lapenna. I tre giovani professionisti sembrano avere le idee chiare soprattutto su cosa gli abbia spinti a tornare al sud Italia, in una piccola regione come la Basilicata.

“È stato sicuramente un azzardo, perché l’idea di aprire un’agenzia di comunicazione in una terra come quella in cui viviamo, sicuramente non è stata un’impresa semplice. Ciò che è mancato all’inizio è stata una sorta di ‘cultura del comunicare’. Molte aziende locali non ritenevano opportuno investire sull’aspetto comunicativo, sul marketing e sul brand identity. Quindi la nostra è stata una missione, volta ad educare anche altre aziende e creare insieme una grande rete fatta di creatività e voglia di rendere più professionale e professionalizzante il nostro lavoro e quello dei nostri clienti”.

Continua ancora Marcello Torraco: “La sfida di Amaranto è quella di rendere riconoscibile il nostro lavoro, in modo tale che i clienti possano riconoscere il nostro contributo e riconoscersi in esso. Noi creiamo identità comunicative altrui senza però perdere di vista chi siamo, senza rinunciare alla nostra originalità. Questo è un modo di fare comunicazione molto stimolante, poiché non è solo il cliente ad essere al centro del nostro lavoro, ma ci siamo anche noi con la nostra peculiarità. Ciò, inoltre, è anche sinonimo di garanzia. Ci teniamo a fare un ottimo lavoro di comunicazione poiché a giovarne non è solo il nostro cliente, ma anche noi. Abbiamo voluto creare, con la nostra azienda, un modello di comunicazione a 360° poiché non siamo solo uno studio di progettazione creativa di soluzioni per il web, il marketing, la promozione di eventi, la realizzazione di prodotti multimediali 2D e 3D, la produzione di spot pubblicitari, ma ci occupiamo anche di sviluppare e gestire corsi di formazione erogati in modalità e-learning”. 

Ciò che salta subito all’occhio sia dai grandi monitor sparsi per l’ufficio, sia da varie scatole e opuscoli impilati sulle scrivanie, è un marchio dal design accattivante: Godebo. Viene perciò naturale chiedere ai diretti interessati cosa sia. Godebo è un progetto che nasce dalla sinergia tra noi di Amaranto e 3ellettì supermercati. È un portale di e-commerce dedicato al food and beverage. Abbiamo voluto puntare su questa sezione del mercato poiché sempre maggiore è l’interesse del pubblico verso il cibo e soprattutto verso il mangiar bene”.

Al giorno d’oggi tante sono le realtà food and beverage che nascono in Italia e nel mondo. Trovare una diversificazione dell’offerta è difficile, ma ci sembra che Godebo abbia una marcia in più rispetto ad altri progetti. “Godebo, oltre ad essere un portale e-commerce è principalmente una rete che lega in maniera indissolubile diversi produttori della zona con chef gourmet, in un grande contenitore comunicativo creato da noi di Amaranto. Si parte dalla videoricetta realizzata dai nostri chef che passo dopo passo illustrano il procedimento per realizzare alcuni piatti della nostra tradizione lucana. Accostamenti che rivisitano un po’ la tradizione senza perdere di vista le nostre radici. Non finisce qui, poiché per l’utente web che guarda la ricetta passo dopo passo, sarà possibile acquistare un box contenente tutti gli ingredienti per realizzare il piatto. L’offerta va dalla singola portata fino al menù completo. L’utente potrà scegliere comodamente da casa e questa food box arriverà a casa sua dopo poche ore. Siamo attivi su suolo nazionale ed europeo, poiché altissimo è l’interesse verso la cultura culinaria italiana”.

Marcello Torraco conclude poi affermando cheGodebo è un grande progetto, che sta avendo un ottimo riscontro da parte degli utenti web del portale. La nostra missione è quella di creare una rete di produttori vasta che ci permetta di realizzare il progetto non solo in basilicata ma in tutta Italia. Godebo si promette di essere il più grande e-commerce italiano, creando una stretta connessione tra produttore, chef e consumatore. Perché la nuova frontiera del food è quella di rendere tutti degli chef gourmet, e per fare questo bisogna avere a disposizione prodotti di altissima qualità, come quelli che i nostri produttori ci forniscono”. 

Tante, quindi, le innovazioni che Amaranto Design cerca di portare in Basilicata affinché il territorio abbia la sua risonanza a livello nazionale e internazionale. La sfida della comunicazione è proprio quella di riuscire a far conoscere, comunicare un’identità. Partendo dal cibo, il progetto Godebo potrebbe diventare per la Basilicata una bella vetrina che possa mostrare a tutti l’identità di questa terra meravigliosa. Il linguaggio del cibo è universale, e conoscere ciò che si mangia rende ogni esperienza culinaria unica e irripetibile. Come il grande scrittore Manuel Vàzquez Montalbàn dice “Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare, ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare”.

Fonte: Metis Magazine

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GODEBO: sinergie lucane per il cibo tipico

GODEBO: sinergie lucane per il cibo tipico

E’ innegabile come negli ultimi anni l’enorme macchina dello show buisness abbia portato al centro del dibattito quotidiano il cibo e la sua propaganda. Laddove le parole di ogni vengono mutuate dal linguaggio economico-finanziario, diviene quadrinomio morboso il sistema che parla di competitività, leadership, efficientismo e meritrocazia; se da un lato è un linguaggio che presuppone aspetti positivi, è stato introiettato profondamente nel pensiero globale da divenire l’unica filosofia possibile. Così è anche per il cibo: si è inverito e pervertito il rapporto tra uomo e cibo e quest’ultimo ha perso la sua sacralità e la sua ritualità sino a diventare mera rappresentazione scenica.

All’indomani d Expo2015, siamo consapevoli che la rivoluzione prodottasi nel campo dello sviluppo dell’industria e della tecnologia alimentare ha reso possibile il venire meno del problema della fame e della scarsità di cibi nella nostra società, passando dalle secolari epoche della fame alla nuova, attuale epoca dell’abbondanza. Abbondanza, però, che ha segnato anche la perdita di valore socio-culturale del cibo trasformandolo in merce. Non più quanto vale maquanto costa. Il valore, ancora, viene definito sulla base di conoscenze di metodi e tecniche di produzione, di conoscenza delle comunità e dei territori. Il grande interrogativo, allora, che il nuovo millennio ci pone è sull’evoluzione del gusto nella cultura europea, di conseguenza mondiale, comportamento alimentare che volge sempre più, paradossalmente, alla semplice nutrizione, collegato al grave problema sociologico della disgregazione del nucleo familiare, pone il dilemma di come evolverà l’immagine del gusto nella cultura non solo europea, ma mondiale.

Le risposte sono molteplici ed all’inarrestabile macchina alimentare-industriale si oppone una più silente e profonda reazione ‪#‎BottomUp‬, la cosidetta azione dal basso. E’ una teoria di cambiamento capillare. Le comunità locali stanno iniziando ad assumer sempre di più un valore strategico. Sulla strada battuta daSlowFood, Terra Madre ed i molti consorzi di tutela dei prodotti italiani, il food torna a sottolineare la qualità ed il valore del gusto, come una esperienza sensoriale che coinvolga tutti i sensi compreso la ri-scoperta della conoscenza e della storia dei singoli prodotti. Nel far questo necessitiamo della conoscenza di molti, non solo degli accademici e/o intellettuali di professione ma anche – soprattutto – dell’intellettualità dei produttori e dei gastronomi della tradizione.

La Basilicata, forse più di altre regioni italiane, oggi risponde con entusiasmo a questa sfida. Prende coscienza delle radici profonde ed affronta la crisi cercando di trasmettere un profondissimo amore a quelli che verranno. GODEBO è il progetto a km zero che salvaguarda e promuove prodotti, idee e tipicità. La Basilicata che parla di Lucania attraverso le competenze, le professionalità e le abilità regionali.

Nata dall’unione di due società ( Amaranto DESIGN e 3elletì ) e la collaborazione di un’assozione di cuochi, un’agenzia di comunicazione ceativa e un’azienda di distribuzione alimentare, Godebo mette in rete i produttori. Come? Promuove il prodotto e lo contestualizza all’interno di un menù, una ricetta o un paniere di prodotti. Il percorso enogastronomico promuove, valorizza e commercializza i singoli prodotti. Attraverso le videoricette, ogni cliente sceglie il menù che preferisce. Le ricette presenti nel menù sono correllate da suggerimenti ed abbinamenti. Una volta acquistato il menù, quindi il relativo paniere di prodotti, tutto viene consegnato a casa entro 48h.

Una piattaforma virtuale – che è un mix tra un blog, una web tv e un e-commerce sul food tipico – è lo strumento di divulgazione dei metodi e delle tecniche della cucina tradizionale e creativa rigorosamente Made in Lucania ma anche approfondimento culturale ed esperenziale, oltre che pratico ed efficente, per il fruitore e di marketing più territoriale per il proponente che rafforza il valore del prodotto con l’identità deel luogo di provenienza, ancor più se connotato di valore storico- archeologico e naturalistico.

Fonte: Linkiesta

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Arriva Godebo.com, dalla Lucania la piattaforma web per il cibo rigorosamente made in Italy

Arriva Godebo.com, dalla Lucania la piattaforma web per il cibo rigorosamente made in Italy

MATERA – E’ nata un’altra piattaforma dedicata all’ecommerce del settore food. Il 19 agosto, a Marina di Pisticci (MT), è stata presentata la nuova piattaforma e web magazine Godebo.com Il progetto è una piattaforma virtuale che è un mix tra un blog, una web tv e un e-commerce sul food tipico, inizialmente lucano per poi, in una seconda fase, estendersi a livello interregionale. Un progetto che è anche divulgazione dei metodi e delle tecniche della cucina tradizionale e creativa rigorosamente Made in Italy.

Il visitatore potrà acquistare on line un intero menu, un piatto o i prodotti tipici d’eccellenza per ricreare a casa proprio quella ricetta mostrata in video dai nostri chef. Godebo è una startup nata dall’unione di una società di comunicazione creativa, un gruppo di chef lucani e una società di supermercati di esperienza trentennale che coopera con la grande distribuzione. Alla presentazione è andato in scena uno show cooking dove gli chef della Lucania Food Experience Team hanno mostrato ai presenti metodi e tecniche culinarie e raccontato aneddoti della cucina tradizionale lucana, con spunti creativi e all’avanguardia. Sono seguiti i saluti e le considerazioni del presidente della rete dei villaggi turistici della costa ionica Rete Turismo Italia Jonica, la presentazione del progetto Godebo da parte del team fondatore Amaranto Design. Al termine sono stati degustati vini e prodotti tipici accompagnati da uno spettacolo di cabaret.

Fonte News Age Agro

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Amaranto, il colore preferito di Quadrum!

Amaranto, il colore preferito di Quadrum!

QuadrumSiglato l’accordo di partnership tra la materana Quadrum srl e Amaranto Design srl. Quadrum, società molto attiva nella pubblicità, ha dato alla luce il riuscitissimo evento business di “Matera è Fiera“, oggi alla sua sesta edizione.

Amaranto Design sarà la spalla “tecnica” di Quadrum nella realizzazione di progetti legati al web, web marketing, comunicazione creativa e formazione a distanza.

 

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PANORAMA DI ITALIA

PANORAMA DI ITALIA

Da Roma a Bernalda, solo andata

A neanche trent’anni in pochi vorrebbero lasciare la capitale dopo la laurea e qualche esperienza lavorativa nel campo della comunicazione, del web e del design per tornarsene a Bernalda, tra 12 mila anime in provincia di Matera. Dove quasi nessuno sa cos’è l’e-learning e la frase che Marcello Torraco, Roberto Colucci e Marco Lapenna si sono sentiti rivolgere più spesso è “Ma che lingua parlate?”.

Con la loro “Amaranto design” hanno dato vita a Amaranta Fad, una piattaforma per la formazione a distanza che “pesca” tra aziende e professionisti con l’obbligo dei crediti formativi. Ma soprattutto, i tre ragazzi convinti che si possa fare qualcosa di significativo nella loro terra stanno per lanciare sul mercato Polo (online organization of path) finalista di Start cup Basilicata 2015, che punta a rivoluzionare il mondo delle prenotazioni vacanziere.

È una app per la creazione intelligente di itinerari turistici che punta a surclassare i vari portali di prenotazione. Si inserisce destinazione, budget, raggio d’azione e mezzo di locomozione. Quindi, attraverso una serie di domande (vacanza d’avventura, relax, cultura, compagni di viaggio), la app costruisce il percorso personalizzato.

“La vera trovata sta nel fatto che ogni tappa, comprese le visite alle mostre viene prepagata, così il turista può girare senza portafogli ma solo con il tablet che ha Pin e qr code”,

spiegano i tre che partiranno con la loro app in Basilicata e Puglia con l’intento di estendersi in tutta Italia. Intanto si sono affacciati anche all’Expo: con la prima masseria sportiva italiana riconosciuta dalla Fidal(ed è proprio a Bernalda)per la quale hanno curato i Qr code con le informazioni sui vari esercizi ginnici e sul cibo locale.

fonte: http://www.panorama.it/panoramaditalia/matera/da-roma-bernalda-solo-andata/

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Web, creatività e formazione. A Bernalda un’agenzia di comunicazione fuori dal comune

Web, creatività e formazione. A Bernalda un’agenzia di comunicazione fuori dal comune

Il ritorno in Basilicata di Marcello Torraco per creare Amaranto Design

Metti un grafico-illustratore, che ha studiato alla scuola internazionale di Comics a Roma (Marco Lapenna, 26 anni), con un esperto di business plan e discipline gestionali laureatosi alla Sapienza (Roberto Colucci, 27 anni) e con una figura commerciale (Fabio Di Giacomo, 44 anni) a lavorare con un professionista della comunicazione e del web, formatosi sempre alla Sapienza (Marcello Torraco, 34 anni).
Ne viene fuori un’agenzia di comunicazione “briosa”: entriamo in Amaranto Design, nata a Bernalda (provincia di Matera) nel 2011 da un’idea di Marcello.

Come è scattata la molla del rientro a Bernalda?
«Nei 10 anni, tra studio e lavoro, a Roma – risponde Marcello – ho coltivato la mia passione per il web e le modalità di interazione uomo-macchina e ho scoperto il mondo dell’e-learning.
Poi un giorno fui coinvolto nell’organizzazione dello streaming di un convegno sulla dermatologia.
Mancava però nella sala la banda larga e contattai un ragazzo di Bernalda che si era inventato un sistema di connessione abbastanza potente da risolvere quel problema e che permise il normale svolgimento dell’evento.
Allora mi chiesi: perché non trasformare lo streaming in corsi di e-learning e non creare in Basilicata una struttura di riferimento, con il vantaggio di essere pioneristici nel settore?».

Perché pioneristici?
«Perché i provider, per intenderci coloro che erogano corsi di formazione, nel campo medico e della sicurezza sul lavoro erano abituati a corsi residenziali, quindi con presenza fisica, nella convinzione che così ci fosse maggiore controllo ed efficacia.
Sulla spinta delle direttive ministeriali, con Amaranto Design abbiamo cominciato a lavorare come braccio tecnico di alcuni provider, fornendo metodologie e sistemi informatici per realizzare corsi a distanza altrettanto efficaci e molto più economici».

Percorsi di studio diversi e generazioni diverse. Mi spieghi come vi siete ritrovati tu, Marco, Roberto e Fabio?
«Amaranto Design è nata nel 2011 in un piccolo ufficio di 20 metri quadri ma, prima di arrivare alla sede e alla conformazione attuali, ci sono stati diversi cambiamenti nel team, forse perché non tutti riescono a cogliere l’opportunità di rimanere in Basilicata, facendo il lavoro che piace, sì in un momento di difficoltà economica, ma in un contesto in cui puoi vivere bene. Tornando alla tua domanda, diciamo che il “paese è piccolo e la gente mormora”, per cui è stato abbastanza semplice incontrarci per puro caso».

Ma Amaranto Design è più formazione a distanza o più progetti di comunicazione?
«Entrambe le cose. Per esempio, abbiamo realizzato un progetto di formazione a distanza per una grande compagnia di assicurazioni, curato l’immagine coordinata della prima fattoria sportiva certificata Fidal, che ha sede qui a Bernalda e che sarà presentata anche a Expo come format sperimentale. Siamo rientrati tra i 10 finalisti della business plan competition Start Cup Basilicata 2015 con il progetto Polo (On Line Organization of Paths), una piattaforma web per costruire itinerari turistici personalizzati in base alle esigenze del viaggiatore. Continueremo ad essere quello che siamo, senza smettere di pensare a idee nuove e cercando di diventare – conclude Marcello – sempre più bravi!»

fonte: http://www.ilquotidianodellabasilicata.it/news/cronache/737284/Web–creativita-e-formazione-.html

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